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Oratorio

Intorno al 1960 gli abitanti di Olmo, circa 1500, iniziano a rivolgere alla Parrocchia di Maerne, nella persona del Parroco don Antonio Berti, e alla Diocesi di Treviso, nella persona del Vescovo mons. Antonio Mistrorigo, la richiesta di avere un’assistenza spirituale più continuativa ed autonoma, in funzione della conformazione del territorio e della distanza dalla chiesa nonché dell’evidente continuo e rapido aumento della popolazione residente.
Nel 1965, con il gratuito contributo economico, di materiali e di prestazioni di manodopera volontaria degli abitanti di Olmo, veniva costruito, su un terreno lasciato libero dalla rapida e un pò caotica espansione edilizia, un modesto edificio che, attualmente, dopo opportuni adeguamenti strutturali, è adibito a sala parrocchiale. Originariamente fu destinata alla funzione di cappella secondaria della Chiesa di Maerne, per un territorio considerato periferico e a destinazione per lo più rurale.

 Ma la rapida evoluzione di carattere edilizio e il massiccio aumento degli abitanti, oltre alle varie sollecitazioni locali, determinarono nel Vescovo di Treviso mons. Antonio Mistrorigo, cui bisogna dare atto di preveggenza e lungimiranza, oltre che di sensibilità pastorale, la decisione di istituire una nuova Parrocchia per il nostro territorio. E così, il 29 settembre 1974, arrivava a Olmo un delegato del Vescovo, don Franco Zanon, per gli opportuni preparativi.

Il 25 marzo 1975 è la data ufficiale della nascita della Parrocchia dell’Annunciazione del Signore eretta in Olmo nel Comune di Martellago.
E’ l’inizio di un avventuroso, esaltante cammino di un popolo di varia provenienza e multiformi esperienze, che trova un riferimento unitario nel deposito storico e culturale di una fede comune.

 Nell’edificio adibito a chiesa si erano apportate delle migliorie e degli adeguamenti tali da renderlo sufficientemente confortevole; e molti hanno un buon ricordo di celebrazioni liturgiche e riunioni assembleari legate a questo ambiente diventato familiare a piccoli e grandi. Ma balzava immediatamente agli occhi la sua insufficiente capienza rispetto alla popolazione che ne doveva usufruire.

Ed ebbe inizio una nuova avventura spirituale e comunitaria; che iniziò con un sondaggio di opinione di tutta la popolazione residente a Olmo nell’estate del 1983: per i favorevoli alla costruzione di una chiesa parrocchiale, era una prova del fuoco, perché non ci si poteva nascondere che, a fronte della buona volontà, si ergeva un ostacolo formidabile: l’assoluta mancanza di fondi e di entrate sicure. Per la dovuta obbiettività, infatti, va rilevato e sottolineato che la nostra Parrocchia, contrariamente ad altre nate in questo periodo, non fu dotata di un patrimonio iniziale mobile o immobile, né ebbe garanzie di rendite, né ha mai usufruito di lasciti, donazioni o eredità di una certa consistenza. E ciò non poteva non costituire motivo di grave perplessità ed apprensione per coloro che, e in primo luogo il Parroco, dovevano prendere una definitiva decisione.
L’esito largamente favorevole del sondaggio diede un fondamentale impulso alla decisione di procedere con i primi adempimenti, dopo un’ulteriore pausa di riflessione.
Il 1985 diventa l’anno cruciale: nel mentre si conferma all’architetto padre Angelo Polesello, francescano, già assistente dell’Università di Firenze, [‘incarico dell’estensione del progetto, nel mese di febbraio si istituisce un ” Fondo per la costruzione della chiesa” e il 9 giugno a Treviso, il Papa Giovanni Paolo II in visita pastorale, benedice la ” pietra angolare”, che ora si trova all’ingresso della chiesa.
Si succedono numerosi incontri del progettista con la popolazione per la definizione dei particolari; si procede all’iter burocratico presso i competenti organi civili e religiosi per le necessarie autorizzazioni e finalmente si giunge al 26 marzo 1988, data della posa della prima pietra, alla presenza e con la benedizione del Vescovo che ha parole di plauso e di incoraggiamento. Nelle fondamenta viene murata una cassetta contenente dei cartellini firmati da circa 600 capifamiglia, ad indicare la partecipazione e l’impegno di tutti. Oltre ad essere una festa popolare e una manifestazione di fede, infatti, l’occasione significò anche la conferma di una corale condivisione di sentimenti e di propositi.
Può essere, a questo proposito, interessante conoscere la significativa vicenda del “Fondo per la costruzione della chiesa”: a fronte di un impegno di spesa preventivato inizialmente in circa 700 milioni, la somma di 15 milioni depositata in origine nel “Fondo”, diventerà nel dicembre del 1987 di 214 milioni e sarà successivamente di 850 milioni nel 1991 raggiungendo il tetto di 1 miliardo e 133 milioni nell’aprile del 1994, quando si saranno spesi 1 miliardo e 171 milioni; il Fondo verrà formalmente chiuso e il modesto passivo incamerato nel bilancio ordinario della Parrocchia.
Considerate le premesse, perché non vedere, con grande semplicità, il benevolo intervento della Divina Provvidenza! Che quando si manifesta, desta sempre meraviglia. Soprattutto se riflettiamo sulla diffusa, volonterosa, continuativa, fantasiosa collaborazione e partecipazione realizzatasi in questa circostanza!
Non abbiamo intenzione di fare elenchi di benefattori, anche perché coloro che più hanno dato secondo la parabola evangelica della povera vedova, sono destinati a rimanere sconosciuti ai nostri occhi, mentre sono certamente ben noti e presenti al cuore e alla mente di Colui che restituisce il centuplo!

Sotto la responsabilità e la direzione dei lavori dell’Ing. Pietro Niero, l’impresa Pasqualato, designata dopo opportuno vaglio, procede alla costruzione dei muri perimetrali, e tutta una serie di imprese specializzate (in pavimenti, riscaldamento, tetto, lucernario, porte e finestre in legno, in vetro e in ferro, altare, sedia, battistero, illuminazione, impianto diffusione voci) collaborano, e il pittore Zanon esegue il dipinto dell’Annunciazione del Signore.

Si giungerà così al completamento della grande aula assembleare nella quale oggi ci riuniamo per la celebrazione dell’eucarestia. E alla presenza di una grande folla di clero, autorità e popolo, del progettista e dei responsabili ed esecutori dell’impegnativa opera, il Vescovo, Mons. Paolo Magnani, succeduto a Mons. Mistrorigo, consacra la chiesa e l’affida al Parroco che non trattiene la commozione, condivisa del resto da tanta parte dei presenti. È il 6 ottobre 1991. La chiesa suscita autentica ammirazione, con applausi a scena aperta durante il rito, e si rivela subito funzionale alla preghiera e alla liturgia, aderendo ai canoni dettati dalla riforma liturgica e dal Concilio Vaticano II.
Mancano parecchie rifiniture ed arredi; vi si provvederà nel tempo, fino all’ultima artistica opera, i confessionali, consegnata dall’architetto padre Polesello alla vigilia del suo ritorno alla casa del Padre, avvenuta nel giugno del 1999. A perenne memoria e grato ricordo una lapide gli è stata dedicata nello spazio verde delle aule.